Descrizione
All'interno del Palazzo della Cultura, in via Luigi Rizzo 41, a Letojanni, sorge la Biblioteca Comunale, un edificio monumentale contenente spazi per convegni/attività, giardino/cortile/terrazzo, spazi per l'infanzia (0-6), spazi per bambini e ragazzi (7-17) e ben 8550 volumi, oltre a migliaia di documenti di vario genere. Un luogo prezioso ma anche di incontro per la comunità e soprattutto dedicato a una grande figura della storia italiana: Bianca Garufi.
Chi era Bianca Garufi
Bianca Garufi è stata una scrittrice, poetessa e psicoanalista nata a Roma nel 1918 da una famiglia aristocratica siciliana. È proprio per questo che fin dalla sua infanzia ha mostrato un forte legame con la nostra Regione, connessione che inevitabilmente ha segnato in maniera profonda la sua vita, sia sul piano individuale che letterario.
Un importantissimo contatto con la cultura mediterranea che ha portato Garufi a voler approfondire persino la psicoanalisi, una disciplina che all’epoca era ancora poco studiata nel BelPaese. Il tutto, mentre l’Italia era da poco uscita dalla guerra.
Tra il 1944 e il 1958, invece, Bianca Garufi si è occupata di editoria lavorando presso la sede romana dell’Einaudi, in via degli Uffici del Vicario, svolgendo il ruolo di segretaria generale. Una lunga avventura che l’ha messa in contatto con Cesare Pavese, che all’epoca era consulente per la stessa casa editrice.
Ed è stato proprio con lui che nacque una particolare affinità elettiva e anche un amore non corrisposto, che Pavese espresse nei “Dialoghi con Leucò”, proprio dedicati lei, e con le poesie “La terra e la morte”. Bianca Garufi è morta a Roma nel maggio del 2006, ma lasciando a tutti noi una preziosissima eredità.
Il legame con Letojanni
Il legame di Bianca Garufi con il nostro borgo è sempre stato praticamente inscindibile: fin da piccola trascorse le sue estati nell’antica villa di famiglia a Letojanni, esperienza che le ha donato un amore per il luogo estremamente radicato, al punto di rievocarlo in due dei suoi romanzi più celebri: “Fuoco Grande”, del 1959, e “Il Fossile”, del 1962.
Due libri che consigliamo vivamente perché tra le pagine si possono leggere descrizioni di usanze autoctone e richiami a tradizioni sicule profonde.